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mercoledì 04 maggio 2011 |
[Padiglione Spagna] Solitamente le opere di Dora Garcia sposano l’acume intellettuale con un personalissimo senso dello ‘humour nero’. Anche in quest’occasione, l’artista non rinuncia a spiazzare il proprio pubblico, giocando a disattendere le aspettative e scompaginando regole e convenzioni. Per un’intelligente critica del potere e dei suoi modi di estrinsecarsi./ Dora Garcia’s works usually put together intellectual sensitivit” and a very personal sense of “black humour”. The artist does not break her habit of wrong-footing the audience, disappointing their expectations and “disturbing” rules and conventions. An intelligent criticism of power and its expressions.
Giardini della Biennale
www.doragarcia.net
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mercoledì 04 maggio 2011 |
[Padiglione Asia Centrale] Kazakistan, Kirghizistan, Tajikistan e Uzbekistan studiano il concetto di ‘lingua franca’ sotto diversi punti di vista, al fine di investire di questo ruolo anche l’arte contemporanea. Lingua del potere, parlata dal dominatore che non apprende la lingua dei dominati. Ma anche lingua di tutti, trait d’union tra i mondi d’Oriente e quelli d’Occidente./ Kazakhstan, Kyrgyzstan, Tajikistan and Uzbekistan analyse the concept of lingua franca under several points of view, trying to extend this role to contemporary art. The language of the dominator unwilling to learn the language of the dominated, but also the language of everybody, able to link the East to the West.
Lingua Franca
Palazzo Malipiero, San Marco
www.labiennale.org
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mercoledì 04 maggio 2011 |
[Padiglione Russia] Andrei Monastyrski e gli artisti del gruppo «Azioni Collettive» danno vita ad un allestimento coinvolgente, che tende alle radici della creatività, alla vita stessa, insuperabile forma d’arte. Le Zone deserte gettano uno sguardo disincantato sulle nostre esistenze, aprono ad un concetto di vita intrecciata all’arte. La vita stessa è un capolavoro; le metafore adoperate dai vari artisti tendono a dimostrare questo assioma d’inestinguibile fascino./ An intriguing exhibition tending to the roots of creativity and to life itself, unrivalled form of art. Empy Zones casts a disenchanted look at our existence, opening to an idea of life intertwined with art. Life itself is a masterpiece; the metaphors used here by the artists tend to prove an ever fascinating axiom.
Empty Zones
Giardini della Biennale
www.ruspavilion.ru
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mercoledì 04 maggio 2011 |
[Padiglione della Repubblica dello Zimbabwe] Dice un proverbio africano: «vedere è credere», a dire che si ha bisogno di vedere qualcosa prima di poterne accettare l’esistenza. Così, per esplorare la realtà del proprio esistere, gli artisti dello Zimbabwe, per la prima volta alla Biennale di Venezia, ‘guardano se stessi’ e il proprio paesaggio geografico e temporale mediante la pittura, la fotografia, l’installazione video e la scultura./ According to an African saying «seeing is believing», we need to see something in order to accept its existence. To explore the reality of our existence, the artists from Zimbabwe – for the first time at the Venice Biennale – “look at themselves” and at their geographical and temporal landscapes through painting, photography, video installations and sculpture.
Seeing ourselves: questioning our geographical landscape and the space we occupy from yesterday, today and tomorrow
Santa Maria della Pietà, Castello
www.labiennale.org
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mercoledì 04 maggio 2011 |
[Padiglione Ucraina] Un'installazione interamente composta da uova di legno decorate - i krashenka della tradizione ucraina – che creano un'architettura vera e propria, ispirata all'opera I giardini del Paradiso dei fratelli Van Eyck, artisti rinascimentali. Un gigantesco mosaico di cui le uova sono i tasselli, uno stretto connubio tra sacro e profano, antico e moderno./ An installation of decorated wooden eggs – the krashenkas of the Ukrainian tradition – create a real architecture inspired to The gardens of Eden by Jan and Hubert Van Eyck. The eggs are the tiles of a gigantic mosaic, a close mixture of sacred and profane, ancient and modern.
Post-vs-Proto-Renaissance
Chiesa di San Fantin, Campo San Stae
www.sydorenko.kiev.ua
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mercoledì 04 maggio 2011 |
[Padiglione Romania] Il progetto propone una revisione della storia indagando il significato che termini come Est e Ovest assumono soprattutto per paesi ex-comunisti. L’intento è quello di evidenziare come la storia viene riflessa nell’opera dell’artista e iniziare un dialogo tra due diversi tipi di storia: l’avanguardia storica e la post-avanguardia. All’interno vi è un progetto speciale di interazione con il pubblico./ The project revises history by investigating the meaning of the words East and West, with a focus on former communist countries. The aim is to highlight how history is reflected on art works, and to start a dialogue between two different kinds of history: the historical vanguard and the post-vanguard. The project includes a special interactive part.
Performing History
Giardini della Biennale
www.icr.ro
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mercoledì 04 maggio 2011 |
[Padiglione Thailandia] Un'installazione dinamica, che include l'intervento diretto dello spettatore e, con uno stile innovativo, integra le esperienze individuali o di comunità con eccentriche favole. É l'ambizioso para-Padiglione del Paradiso di Navin, riconoscimento ufficiale della non-nazione (immaginaria) di Navinland: un ambiente ricco di sfaccettature capaci di ri-definire le percezioni di identità e di nazionalità./ A multifaceted, dynamic exhibition integrating community or individual experiences into eccentric fictional tales. The ambitious para-pavilion shows the imaginary nation of Navinland, an environment questioning the perceptions of identity and nationality.
Navinland Pavilion
Giardini della Biennale
tel. +66(0)2-422-8828
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mercoledì 04 maggio 2011 |
[Padiglione Singapore] L’opera è ispirata a un testo del quattordicesimo secolo, una guida per monaci nella pratica della devozione religiosa. Scritto secondo la tradizione della teologia mistica cristiana, il testo descrive le sensazioni di incertezza e di dubbio nella ricerca del divino. Per i modi in cui vengono rappresentate, le nuvole sono un veicolo di provocazione: tra il sacro e il trascendente, tra il profano e il terreno./ The work is inspired to a 14th century text that was aimed at guiding monks in the practice of their devotions. Written in the tradition of Christian mystical theology, it describes the feelings of uncertainty and doubt in the search of divinity. The clouds are objects that challenge for how they are represented: between sacred and transcendent, profane and earthly.
The Cloud of Unknowing
Salone di SS.Filippo e Giacomo del Museo Diocesano di Venezia
tel. +65 6346 9471
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mercoledì 04 maggio 2011 |
[Padiglione Romania] Il Centro di Cultura Contemporanea «Club Electro Putere» di Craiova si trasferisce temporaneamente alla Biennale con l’intento di diffondere l’attività di un centro indipendente d’arte romeno in un contesto artistico internazionale: ampia documentazione ed una piattaforma di ricerca dell’arte contemporanea romena e analizzando le tendenze degli ultimi anni./ Craiova’s Centre for Contemporary Culture «Club Electro Putere» is temporarily moving to the Biennale with the purpose of spreading the activity of an independent Romanian art centre in an international artistic context, proposing wide documentation and a research platform on Romanian contemporary art and its latest trends.
Romanian Cultural Resolution - documentary
Istituto romeno di cultura e ricerca Umanistica, Cannaregio
+40745624526
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mercoledì 04 maggio 2011 |
[Padiglione Repubblica Ceca e Slovacca] Scultura ed oggetti come dialogo tra generazioni. Il lessico di un padre che attraversa il tempo per raggiungere le ‘parole artistiche’ di un figlio. La città che dorme è una presentazione che diviene biografia spaziale e, nello stesso tempo, ritratto di un padre, Jirì Lang, prigioniero della sua epoca. Ritratto, attraverso il genitore, del popolo ceco durante e dopo il Comunismo. Assorto omaggio alla storia, ad un padre, all’arte che unisce./ Sculptures and objects promote the dialogue between generations. A father’s lexicon travels through time and connects to his son’s “artistic words.” The Sleeping City becomes space biography and the portrait of a father, Jirì Lang, trapped in his own times, while a picture of the Czech population before and after Communism peeks through the father’s portrait. A thoughtful tribute to history, to a father, and to the uniting strength of art.
The sleeping city
Giardini della Biennale
www.54venicebiennial.cz
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