Immaginati spazi. Giovanni Allevi, oltre gli orizzonti della classica |
di Daniele Pennacchi | |
Dagli esordi come artista di apertura ai concerti di Jovanotti ne è passato di tempo. Introdotto dal concittadino e coetaneo Saturnino a Lorenzo Cherubini, Giovanni Allevi lasciò in un angolo la timidezza e il timore reverenziale nei confronti di pubblico e mostri sacri della musica classica per affidare inventiva e polpastrelli alla creatività pura e semplice, Musa alla quale sacrificare ben volentieri le proprie aspirazioni di pianista, compositore e direttore d’orchestra, con il fiore all’occhiello del Concerto di Natale diretto presso l’aula del Senato il 21 dicembre 2008 con l’Orchestra de I Virtuosi Italiani.
È quella Sinfonica Italiana, tuttavia, ad accompagnarlo a Padova il 9 marzo, condividendo onore e onere di portare in giro per il paese Sunrise, uscito il 30 ottobre scorso con otto tracce tra cui tre versioni de La danza della strega: Concerto in Fa minore per violino e orchestra in versione Mosso, Adagio e Allegro con slancio.
Il pubblico
assiste così alla metamorfosi di Allevi sul palcoscenico, da timido e
impacciato personaggio, apparentemente assai più giovane degli
anagrafici 43 anni, a ipertricotico e tarantolato metronomo umano,
impegnato a guidare strumenti e virtuosi in percorsi tortuosi e
inerpicati da lui stesso disegnati. |