L’artista totale. Fernand de La Tombelle a Bru Zane |
di Alexandre Dratwicki - Direttore scientifico di Palazzetto Bru Zane | |
Dall’8 aprile all’11 maggio presenteremo al pubblico molti dei suoi lavori cameristici, accompagnati in questa nuova avventura, da artisti internazionali: Jean-Frédéric Neuburger e il Quartetto Strada, Emmanuelle Bertrand e Pascal Amoyel, Yann Beuron e Jeff Cohen, François Salque, Nicolas Courjal e Antoine Palloc, il Trio Karénine e molti altri. Dotato di un temperamento ferocemente indipendente senza per questo essere rivoluzionario, Fernand de La Tombelle è una figura interessante sotto diversi aspetti.
Frequentò Grieg, Gounod, d’Indy, Massenet, Saint-Saëns e ci ha lasciato un’opera considerevole (oltre 600 lavori), proteiforme, stilisticamente eclettica, che merita di essere riconsiderata anche perché́ illustra una forma di attività̀ sociale e artistica in Francia a cavallo tra il XIX e il XX secolo.
Il suo catalogo abbraccia infatti tutti i generi ed è integrato da fotografie, disegni, dipinti, scritti - teorici o letterari - e opere di astronomia o di cucina (compreso un opuscolo sui Pâtés de Périgueux). L’insieme costituisce il frutto del lavoro di un artista dotato di una notevole cultura generale, assai attivo anche a favore dell’educazione musicale delle classi popolari.
Il catalogo di La Tombelle è tradizionale sotto vari aspetti: per le moltissime mélodies che lo costellano regolarmente, tra le quali il ciclo Pages d’amour, dalle armonie ammalianti; e per i generi ‘classici’ (sonata, trio, quartetto), che la Société nationale de musique promuove sin dagli anni Settanta - si trattava, infatti, di ridare slancio allo spirito francese dopo la disfatta di Sedan (1870). Tuttavia, La Tombelle si identifica molto col modello beethoveniano, riletto attraverso il prisma di Mendelssohn e di Schumann, nel suo Trio e nel suo Quartetto con pianoforte. Il catalogo del musicista comprende inoltre opere meno ambiziose ma emblematiche del suo eclettismo e della sua sensibilità̀ che avremo modo di sentire durante il festival: l’Andante espressivo per violoncello, la Berceuse per violino, la Fantasia-Ballata per arpa e l’originale Suite per tre violoncelli.
Verso la fine della sua vita, La Tombelle si era dato
il compito di diffondere la musica anche al di fuori di Parigi ma operò
altrettanto alacremente nella capitale, in materia di insegnamento e di
programmazione. La creazione - con d’Indy, Guilmant e Bordes - della
Schola Cantorum, nel 1894, segnò una svolta nella carriera pedagogica di
La Tombelle: per quasi dieci anni egli insegnerà̀ infatti armonia in
questo istituto concorrente del Conservatorio e fondato sulla pratica
della musica sacra e del ritorno al passato. |