Trame e note. Metti la musica in museo... |
Written by Marzio Fabi | |
Un'unione iconografica-musicale per culture raffinate e ancora troppo poco frequentate. Le melodie che compongono disegni e trame nei modi musicali dastgâh e maqâm presentano una curiosa ed interessante analogia con le forme estetiche dei preziosi tappeti, della calligrafia e della miniatura nell'arte islamica. Il santûr è una sorta di cetra su tavola che viene percossa con delle sottili bacchette dette mizrab ed ha una storia che si perde nel passato più lontano. Il qanûn è uno strumento diffuso sin dall'antichità in area mediorientale: il suo stesso nome mostra particolari legami con il mondo greco ellenistico perché esso sembra derivare dal greco kanon, alludendo, probabilmente alla regolata disposizione delle sue corde tese su di una tavola armonica trapezoidale. Il flauto di canna ney è uno strumento dal passato millenario: i primi resti archeologici risalgono al 2500 a.C., ha assunto un nuovo ruolo nell’opera del poeta di lingua persiana Mevlâna Jalâl ud-Dîn Rûmî (1207-1273) e nei repertori musicali della confraternita dei “dervisci rotanti” (mevlevîye) che fiorì dal suo impulso.
Durante il Medioevo nella penisola iberica gli ebrei sefarditi convissero con cristiani e arabi mussulmani. Nei loro canti, tramandati oralmente di padre in figlio, confluirono differenti culture in cui le storie ebraiche si fusero con le melodie ispaniche e con i ritmi arabi-andalusi, creando così un incredibile tessuto musicale. I testi raccontano storie senza tempo, passando dall'amore più acceso alla vita quotidiana fatta di piccole cose nei villaggi. L'uso della lingua tradizionale, simile ad un catalano antico, il judezmo, accompagna l'ascoltatore in atmosfere dai contorni indefiniti e nella civiltà di un dialogo tra mondi e culture apparentemente confliggenti, ma tutte derivanti dalla comune radice mediterranea. La rassegna, firmata Veneto Jazz in collaborazione con il Polo Museale del Veneto, porta il nome di MusicAmuseo.
«MusicAmuseo» |