La storia di questa Cenerentola napoletana, vissuta in una grande nave
ormeggiata nel porto della città partenopea da molti anni, è un
adattamento dall'opera teatrale del 1976 di Roberto De Simone, a sua
volta tratta dalla favola di Giambattista Basile. Il padre scienziato e
ricco proprietario della nave è morto, rendendo di fatto inutilizzabili i
segreti tecnologici presenti nella nave e il suo sogno/speranza di
veder rinascere il porto. La bambina vive con la matrigna e con le
perfide sei figlie di lei. Napoli versa nel più profondo degrado ed è
governata da Salvatore Lo Giusto, detto 'o Re, pessimo soggetto e
trafficante di droga che, in accordo con la matrigna, sfrutta l'eredità
di Cenerentola per far diventare il porto di Napoli un centro mondiale
di traffici illeciti. È nella nave che si svolge lo scontro epocale tra
le misere ambizioni del presente e la grandezza degli ideali del
passato. Il futuro stesso di Cenerentola e quello di Napoli sono appesi
allo stesso sottilissimo filo.../ The story of this Neapolitan
Cinderella is an adaptation of a theatre piece of 1976 by Roberto De
Simone, itself derived from the fairy tale written by Giambattista
Basile. A scientist and shipowner dies, leaving the technological
secrets of his ship untold and rendering it incapable of sailing. His
daughter lives with her stepmother and her six nefarious daughters. The
corrupt governor of Naples, in cahoots with the stepmother, uses
Cinderella’s inheritance to make a centre of illegal trafficking out of
Naples, whose future grows bleaker by the day.
Citando un brano dei Foja: “A ciorta gira comm'o viento...”. Dopo L'arte della felicità, il ritorno in Concorso a Venezia. Qualcosa è cambiato?
AR Con L’arte della felicità mettemmo in piedi uno studio, una casa di produzione (la MAD), una tecnica d'animazione, un sistema di lavoro. Con Gatta Cenerentola uno studio lo avevamo già, la squadra è bene o male la stessa (una quindicina di persone). Abbiamo quindi cercato di affinare la tecnica, i mezzi narrativi, truccando un po’ il motore per farlo salire di giri. Ora siamo un po' fusi, ma soddisfatti.
Qual è contemporaneità di questa storia, nata nel Seicento a Napoli.
IC
Lavorare a questo progetto ha significato, sin dal principio,
confrontarsi con la tradizione. Con ‘le tradizioni’, per essere precisi.
Perchè di questa favola esistono innumerevoli versioni, ciascuna
adattata al tempo e al luogo in cui veniva narrata. Tuttavia è proprio a
Napoli che questo racconto trova la prima versione scritta nel 1636 per
mano di Giambattista Basile. Confrontarsi con tutti questi materiali,
alcuni dei quali universalmente noti, sarebbe stato impossibile senza
l'audacia fornita dalla convinzione che questo racconto non appartenesse
a nessuno dei narratori e al contempo a tutti loro. Questo è stato lo
spirito con cui abbiamo deciso di rileggere e rimettere in scena la
fiaba di cenerentola. La prima fase del lavoro è stata capire cosa
accomunasse in qualche maniera tutte le versioni, per poi analizzare nel
dettaglio in cosa differisse dalle altre quella di Basile.
Proprio
perché questa è una favola senza tempo, abbiamo deciso di non ambientare
la nostra versione in nessun'epoca riconoscibile. La napoli di questo
film è raffigurata come una fantascienza-retró. Il design è ispirato
agli anni 50 ma convive con una tecnologia avveniristica frutto della
ricerca del visionario padre di Cenerentola. Tutto potrebbe stare
accandendo in un distopico presente, come in un passato ipotetico o un
improbabile futuro. Questo tilt temporale e fuori dal controllo
dell'uomo (come la magia delle favole) è rappresentato nel nostro film
da un’avanguardistica nave che, capace di registrare e rimettere in
scena la realtà sotto forma di ologramma, metterà i personaggi che
abitano al suo interno in continuo confronto con le proprie azioni
passate, presenti o forse non avvenute.
La nostra Gatta Cenerentola a
Basile deve innanzittuto il titolo. Così come la suggestione della nave
ferma in porto (nella versione originale la nave del padre di
Cenerentola resta bloccata da un destino avverso in porto impedendogli
di far ritorno a casa perchè non ha mantenuto la promessa fatta alla
figlia) che diventa lo scenario principale della nostra storia. Allo
stesso modo, così come nella favola di Basile, la bellezza della nostra
cenerentola non appare come il suo valore principale, al contrario è la
capacità di affrontare il destino, di sostenerne il peso senza perdere
la propria grazia nonostante le circostanze avverse che la rende unica.
Intenzionati a mantenere la ferocia del racconto di basile, abbiamo
ipotizzato che in questo contesto attualizzato per una napoli distopica,
il Re più adatto sarebbe stato un boss della camorra in ascesa con
ambiziosi progetti per la sua città. Sarà quindi questo Re, la cui
ricchezza è certamente più materiale che morale, a rappresentare la
possibilità di una rivoluzione sociale per la donna che sceglierà di
sposare. Ancora una volta uno scenario tanto improbabile quanto
possibile.
Chi è Cenerentola?
MG Cenerentola è la parte più
ingenua e pura di ognuno di noi, il lato della nostra personalità che
impariamo a nascondere per non essere giudicati. È la sensibilità che
tendiamo a fortificare per non essere feriti dal mondo in cui viviamo e
che torna in superficie ogni volta che qualcuno riesce a toccare le
corde giuste. Un’anima gentile costretta a crescere troppo presto contro
la propria volontà perché abbandonata a se stessa, vittima di una
guerra tra forze gigantesche, in mezzo alle quali si è ritrovata suo
malgrado. La nostra Cenerentola è un mondo interiore inespresso e
silente, chiamata a rispondere di retaggi del passato che eredita ma non
le appartengono. È una principessa che sceglie di salvarsi da sola. È
una donna.
Come la musica sottolinea questa storia?
DS La
musica è protagonista in Gatta Cenerentola, la colonna sonora del nostro
lungometraggio è in bilico tra tradizione e modernitá, ci siamo avvalsi
di brani classici napoletani come Je te voglio bene assai o Era de
maggio rivisitati per l'occasione, e di canzoni contemporanee,
coinvolgendo artisti che avessero un forte legame con Napoli ma al tempo
stesso capaci di avere un gusto internazionale come (Enzo Gragnaniello,
I Virtuosi di San Martino, Guappecartò, Ilaria Graziano e Francesco
Forni, Francesco Di Bella, Daniele Sepe e i Foja). La colonna sonora
originale è composta da Luigi Scialdone e Antonio Fresa, in linea con
l'aspetto visivo, a metá tra gli anni '50 e un improbabile futuro.
Napoli
è una costante per tutti voi. Una città che ha dato moltissimo e che
aspetta di ricevere molto in cambio. Che rapporto avete con la vostra
città? Quando arriverà l'invito al ballo anche per Napoli?
AR Napoli
per me è CASA: custode del mistero dell'origine e madre ingiudicabile.
Piccolo paese ma anche metropoli. Città europea ma ancora anarchica.
Globalizzata ma ancora originale. Città storica, balneare, musicale,
allegra, violenta sì, ma che sa amare. Napoli è già stata invitata al
ballo, ma preferisce restare a casa con amici e parenti.
IC Napoli è
una città dalle grandi contraddizioni. Le piazze assolate dove la luce è
accecante coesistono con i vicoli cupi dove le ombre sono più scure e
non si vede l'uscita. Ma è anche un luogo dove ovunque si può trovare
un’incredibile bellezza anche quando non la si stava cercando. È una
citta nuda, che espone il suo corpo vivo a chiunque lo guardi; qui la
cultura non è soltanto chiusa e preconfezionata nei musei, ma pulsa e
risuona nelle tradizioni e nelle identità di chi la abita. Allo stesso
modo mostra le sue cicatrici e le sue ferite ancora aperte e sanguinanti
rispetto alle quali talvolta è più facile distogliere lo sguardo o
coprirsi gli occhi piuttosto che avvicinarvisi per curarle.
Napoli,
se qualcosa ci insegnano le favole, non dovrebbe essere solo invitata al
ballo, ma dovrebbe anche ricevere in dono la giusta veste, in grado di
farne risaltare la grazia e l'umile bellezza altrimenti invisibili ad
una società spesso incapace di apprezzare la sostanza senza l'apparenza.
MG
Da ragazzo ho sempre avuto la sensazione che la mia città mi avesse
partorito e poi abbandonato, nonostante ciò io la amavo
incondizionatamente idealizzando come sarebbe potuta essere se solo
l'avessi conosciuta. Crescendo, viaggiando, emigrando e tornando l'ho
scelta e ho capito che una città è una casa, quindi la devi curare e
devi metterci del tuo perché ti appartenga e non sia solo il posto dove
dormi. Ci stiamo provando con tutte le nostre forze e spero davvero che
le conseguenze possano portare beneficio a tutti quelli che come me la
scelgono per migliorarla.
Quando sarà invitata al ballo? Napoli è il
ballo, è la musica, il colore, l'amore. Sono le persone che ci vivono
che devono impegnarsi per meritarla.
DS Il rapporto con la mia cittá è
di continua ispirazione, Napoli sa essere brutale e nobilissima, è una
continua miscela di differenze sedimentate nei secoli e per questo
riesce ad essere il posto migliore per un'artista dove vivere e
osservare le varie sfaccettature dell'umanitá.
Aspettando
Cenerentola, abbiamo chiesto ad Alessandro, Marino, Ivan e Dario quando
arriverà l’invito al ballo anche per Napoli. Lo scopriremo nel numero
del Daily di domani…(segue)
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