Il bello di natura e l’ideale nell’arte. Canova, Hayez, Cicognara glorie veneziane |
di Luisa Turchi | |
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L’indagine rigorosamente scientifica dei curatori Fernando Mazzocca, Paola Marini e Roberto De Feo, nella mostra Canova, Hayez Cicognara. L’ultima gloria di Venezia, enfatizza così l’ultima stagione di trionfi della Serenissima, singolare protagonista con la sua Accademia di Belle Arti, entità viva e plasmante di artisti di opere epiche secondo le leggi dell’armonia neoclassica scultorea e del Romanticismo pittorico contemporaneo.
Grande rilancio culturale epocale di Venezia, che inizia il 13 dicembre 1815 con il ritorno della celebre quadriga sul pronao della Basilica di San Marco (i cavalli bronzei che Napoleone aveva portato nel 1797 a Parigi) concludendosi con la morte nel 1822 dello scultore Antonio Canova e con la partenza del pittore Francesco Hayez, personaggi di spicco uniti dalla figura chiave del conte Francesco Leopoldo Cicognara.
Lo storico, autore della monumentale Storia della scultura, è sostenitore dell’“aurea semplicità” e “dolce riposo” dell’età classica e di Winckelmann. Dal 1808 è alla guida dell’Accademia veneziana, adoperandosi con fervore nella didattica, sottolineando l’importanza dell’acquisizione di raccolte grafiche (come la collezione di Giuseppe Bossi, comprendente anche disegni di Leonardo, Raffaello e Michelangelo) e di opere d’arte per la formazione delle Gallerie. In sé incarna già la figura di moderno operatore culturale con funzioni di tutela, promozione e produzione di manufatti artistici.
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