Musica, sopra tutto. Note di creatività rigorosa |
di Andrea Oddone Martin | |
Alle Sale Apollinee del Teatro La Fenice, in programma il Trio WoO 38, prova tecnica del ventunenne Beethoven e prologo alla prima opera per Trio, l'op. 1, composta due anni più tardi. A seguire le Variazioni op. 44, concepite a partire da un tema dello stesso Beethoven e portatrici di saltuari bagliori accattivanti. Per finire al Trio op. 70 n. 2, seconda parte di un dittico di cui costituisce la pagina meno solenne. Alla meditazione mistica si oppone qui una visione pacifica, equilibrata.
Schietta atmosfera novecentesca per il concerto ospitato sempre alle Sale Apollinee del 8 e 9 novembre: Anke Vondung e Christoph Berner nel recital liederistico che prende l'abbrivio con i Quattro Lieder Op. 2 di Arnold Schönberg. Nel primo periodo creativo, sulla suggestione provocata dalla lettura della poesia di Richard Dehmel, in quest'opera Schönberg cerca di conciliare l'intenzione compositiva di Richard Wagner, l'iterazione organica dei Leitmotive, e il principio di sviluppo della variazione di Johannes Brahms.
A seguire gli Acht Gedichte aus “Letzte Blätter” op. 10, composti da Richard Strauss nel 1885. Prima opera in cui lo stile di Strauss appare nella sua pienezza, concepita organicamente in una figurazione definita, percorre il progredire dei versi su tema amoroso di Von Gilm a partire dalla connotazione relazionale di “gratitudine” per finire, con l'ultimo Allerseelen (il giorno dei morti), nella tratto distintivo di “assenza”. A seguire i Sechs Gesänge op.13, di Alexander Zemlinsky su testi di Maeterlink e una selezione di Lieder dal repertorio di Mahler.
«Musikàmera Venezia»
Sale Apollinee Teatro La Fenice |